L’IMPORTANZA DELLA SCELTA DEL COLORE NELLA PROGETTAZIONE DELL’ETICHETTA.

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Kandinskij diceva che “il colore è un potere che influenza direttamente l’anima”. Non poteva trovare parole migliori; del resto chi, più di un pittore astrattista, può conoscere l’universo dei colori e, in particolare, il loro impatto sul nostro subconscio?
Quella che viene definita “psicologia del colore” è forse uno degli aspetti più affascinanti del marketing, o meglio del neuromarketing, una branca piuttosto recente che tenta di fondere in sé il classico marketing con la neurologia e la psicologia; questa disciplina ha come obiettivo quello di comprendere cosa accade al nostro cervello quando viene esposto ad alcuni stimoli relativi a pubblicità, brand e prodotti. Probabilmente molti crederanno che la scelta del colore nella creazione di un marchio o di un’etichetta sia un aspetto importante meramente dal punto di vista dell’estetica e ciò in parte è vero ma è anche assolutamente riduttivo. Il colore, infatti, riesce a far presa sul nostro cervello, ad evocare delle emozioni, a rendere immediatamente riconoscibile un marchio, a catturare la nostra attenzione e, di conseguenza, spingerci anche all’acquisto. Ancora concordi che sia solo questione di stile?

La percezione che il nostro cervello ha del colore è fortemente influenzata dal nostro vissuto personale ma anche – e soprattutto – dal contesto culturale in cui viviamo: ad esempio, il classico vestito da sposa bianco nella nostra cultura indica purezza ma questa associazione non la troviamo in un contesto diverso come, ad esempio, in India dove le sposine indossano il sari, abito estremamente colorato. Parlando di colori, quindi, si potrebbero discernere le percezioni innate, quelle che fanno presa inconsciamente, da quelle indotte dal contesto in cui abbiamo sempre vissuto. Ebbene si, come sempre tutto parte dal nostro cervello, anche l’acquisto di un bene.

Avendo fatto una panoramica generale si comprenderà perché il colore è importante nel nostro ambito. Nella progettazione di un’etichetta la scelta del colore è, per noi, uno step essenziale.

Il verde, ad esempio, è il colore adatto al settore oleario non solo perché evoca il colore della materia prima ma anche perché è in grado di evocare la sensazione di calma e di salute. Il giallo tenue fa invece da padrone nelle etichette dei prodotti da forno in quanto richiama la cottura e i colori del grano. Il colore azzurro richiama la spiritualità e la purezza ed è sicuramente adatto alle etichette delle bottiglie d’acqua. Il blu, che tra l’altro statisticamente è il colore più amato, evoca la solidità e non è un caso, infatti, che sia il colore scelto da molte banche e addirittura da Facebook; ma se la tinta più apprezzata viene associata al bianco, ecco che il nostro cervello magicamente la collega alla pulizia: pensate ancora sia una coincidenza che, al supermercato, il reparto dedicato ai prodotti di igiene sia ‘dominato’ dall’accostamento cromatico bianco & blu? Il nero – Givenchy lo sapeva già quando creò lo storico tubino nero indossato da Audrey Hepburn – è il colore dell’eleganza; questa cromìa, accompagnata dalla lamina in oro o in argento, viene scelta dai prodotti appartenenti alle categorie di lusso, di nicchia o comunque di fascia elevata; il nero, a sostegno di quanto scritto,  impreziosito dalle lamine, viene maggiormente scelto dal settore ‘principe’ delle etichette, ovvero dalle cantine.

Nella progettazione di un’etichetta, quindi, entrano in gioco differenti variabili di eguale importanza: non è solo una questione di marketing ma, ad esso si intrecciano, come abbiamo visto, il fattore emozionale, evocativo e, addirittura, culturale. Ogni millimetro dell’etichetta viene progettato in maniera tale da veicolare il messaggio che il produttore ha scelto per il proprio prodotto.

L’etichetta deve da un lato gridare l’identità del brand per renderlo riconoscibile in mezzo ad altri prodotti appartenenti a quella stessa categoria ma, dall’altro, deve essere in grado di sussurrare piano per riuscire a toccare la nostra sfera emozionale ed è lì che il colore gioca un ruolo fondamentale. Perché a volte per far vibrare certe corde le parole sono superflue, altre volte sono di troppo e allora servono semplicemente i colori.